OGGI CHE PROSO QUESTI VERSI

Pietra nera sopra una pietra bianca

Morirò a Parigi durante un acquazzone,
un giorno di cui ho già il ricordo.
Morirò a Parigi – e non mi vergogno –
forse un giovedì, come oggi, d’autunno.

Giovedì sarà, perchè oggi, giovedì, che proso
questi versi, gli omeri ho indossato
alla buona e, mai come oggi, son tornato,
con tutta la mia strada, a vedermi solo.

César Vallejo è morto, lo picchiavano
tutti senza che lui facesse loro nulla;
gliele davano sode con un bastone e sode

anche con una corda; son testimoni
i giorni giovedì e le ossa omeri,
la solitudine, la pioggia, le strade…

[C.V.]

*Non piangere: non è il tuo destino, se non pretendi [anche tu!] di scrivere.

Si è meno soli quando bastano i corpi: la carne, la crosta, la camera…

I colleghi – che uno scrittore non ha*


[C.D.]

http://totanisognanti.blogspot.it/2013/04/siamo-soli-moriro-parigi-di-chiara.html

E Dama

ringrazia – ritorna – rimanda

[*TUTTO A DOMANI*]

BALLO PER DAMA [di Vicky Rubini]

… And suddenly know the reason I’m here
I’m here for a smile on a young honest face
a smile I will borrow
a smile I will keep
for the night I’ll row

into the black darkest deep

[Enrico Gaibazzi]

 

BALLO PER DAMA
[Testo, Voce, Musiche – di Vicky Rubini.
E Shiva danza e Dama ringrazia]

Ti ho conosciuta per caso e poesia
giri di vite, compagni di via…
Ti ho conosciuta dall’altro capo del mondo,
borchie e metallo sono scudo
di un cuore profondo.

Ho letto i Tuoi libri, ho letto le Tue poesie
e quanto vorrei vi assomigliassero le mie:
sei la Resistenza dell’Arte italiana
non succhi scorciatoie, non giochi alla puttana!

Dama, la scacchiera è pronta
muovi il Tuo cavallo e lascia la Tua impronta
su di noi, Dama, Tu che puoi
brilla la Tua stella tra quella degli eroi.

E se un giorno Ti manca il coraggio
sta arrivando un paesaggio migliore,
se conti le ore, se conti quanto resta
stacca l’orologio, Dama, alza la testa!

Tempo tiranno, tempo cattivo
tempo se soffro so almeno che vivo
e se Ti accorgi di avere paura
di tutte le minchie la vita è più dura!

[Ritornello]

***
E se un giorno Ti chiedi perché…

Chi Ti vuol bene è sempre con Te

IL TUO MESSAGGIO

 

CARMELO BENE E L’INDIFFERENTE PROSSIMO TUO
[IL SERVO DELL’INSOLITO,
breve manipolazione monologante

Testo on web @ Post Populi:
http://www.postpopuli.it/5534-carmelo-bene-e-lindifferente-prossimo-tuo/]

LUPUS METALLORUM [video-promo]

LUPUS @ BLU DI RAVECCA

Locandina

Daniele Assereto_Chiara Daino @ Blu Di Ravecca

La forza del vampiro è che nessuno crede nella sua esistenza [ Bram Stoker]

Martedì 10 novembre (dalle 18.30 alle 20) Chiara Daino sarà presente al Blu di Ravecca, nell’omonima strada del Centro Storico che collega Piazza Sarzano a Porta Soprana, per una nuova rassegna di poesia e canzone d’autore: aperitivi poetici, appuntamenti con poeti, cantautori, scrittori e performer che a partire da ottobre animeranno il locale.

  • … lo avevo immaginato che avrebbero fatto di tutto per difenderti
  • … è QUESTO il tuo sbaglio più grande… Credi che da sola non sappia difendermi?

APERTIS VERBIS [ A CHIARE LETTERE ]

12-06_[2]_Dama

http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article1743


UN LIVIDO MARCHIA LA LUNA MUTA

« e la Crosta era priva di pieni di vuoti,
e l’ombra era riga in viso di Croda… »

 [A Bruise Upon The Silent Moon, Cradle Of Filth ]

http://www.genovatune.net/evento.php?id=3433

 

12_giugno

Reduce da quello che [ mi piace chiamare: ] “il giallo di Dio”, ritorno e ringrazio: Daniele Assereto, Guglielmo Amore e Luciano Zambito – per il supporto [ sonoro e sensibile ].

 

DELLA POETICA DELLA PENISOLA

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Poetry Night. Notte della Poesia. Neverending Night. Notte continua e cronica: nel come si cronaca – “la Poesia è morta”. [ E i poeti? Clonati. Come pecore: pullulano e paupulano nel recinto asettico dell’Arcadia artificiale… ]. La Poesia non è morta. Il mortifero/morticida “miserere” mortifica e massifica. E ne sono certa. Convinta r’esista: ottima Poesia. Come pessime persone  [ che si dicano poeti NON è un problema mio ]. E carico il miocardio: mettiamo i puntini sulle ” O ” di  Motörhead! Non ho NESSUNA INTENZIONE di rinunciare al progetto, al palco, alla poetica metallica. Alla mia vena venena.
Lo studio serve. E vi ha reso servi. Enciclopedici tuttologi reazionari passatisti poetologi miei – servi che non mi servono. Che non chiedo, che non chiamo: uno status. Io sento. Sento come chi sente. La frase felina e ferina: “TO SEE, TO BLEED CANNOT BE TAUGHT”. Lo sapete? Lo vedete? Vi piaccia o meno: è un dato. All’anagrafe. Nel prima nel poi [ augurandovi tutto il vegetare possibile ]: dovrete farvi da parte. Sorridete: tocca a noi. La parola prossima.

chi deride, chi affolla il varco

e si taglia la gola, l’un l’altro,
come neve sciolta – sfuma


ai loro occhi saremo sorti

noi: con le pupille in fiamme!
e allora: chine le loro teste
vili e deposti i loro cuori

 

noi – a ridere – dei loro scudi

di sensi. loro a cedere – a carponi.

e sarà chiaro per tutti. sarà chiaro:

questi cuori: sono stati. fusi e saldi:

Metallo. Troppo duro da spezzare

 

Troppo duro per essere – stretto

DA: LUPUS METALLORUM

Piccola premessa: nell’iconografia alchemica il Lupus Metallorum è il Lupo dei Metalli che divora il leone per liberarlo, è il procedimento per raffinare l’oro impuro mediante l’antimonio. Nell’iconografia classica l’Aurea Poesia sposa Petrarca e non, ad esempio, i Pantera. Nell’immaginario collettivo il “poeta contemporaneo”, nuovo cantore della nostra epoca, può vestire i panni di un cantautore [ serio, posato e socialmente impegnato ], ma non il chiodo, gli anfibi e le borchie. E perché? La Repubblica delle Lettere, la solita cerchia – incensa e canta la solita solfa: «questa è Poesia!», «questa non è Poesia!». E perché Fabrizio De André è un poeta e Dave Mustaine no? Da questa semplice domanda è nato tutto. Due o tre anni fa, convocata per l’ennesimo reading poetico, declamai Il Triste Vero, con strette di mano e complimenti per versi “particolarmente incisivi”. E fu la prima volta che sorrisi, la prima volta che ammirai [ candida carogna! ] i critici presenti – impallidire. Non pensavo potesse essere “sconvolgente” rivelare che, in realtà, Il Triste Vero è semplicemente una traduzione [ poco letterale, per carità, ma sempre di traduzione si tratta ] di Sad but True dei Metallica. Eppure successe: i “poeti puri” impallidirono, gridando: «sacrilegio!». Eppure succede ancora: i “poeti puri” impallidiscono quando, alle presentazioni di “libri seri”, vedono nel pubblico uno “strano gruppo” vestito di nero, con i capelli lunghi e lo sguardo attento…

E così, quasi per sfida, quasi per gioco [ un gioco grave, la tenera tomba che resuscita emozioni ] nasce Lupus Metallorum: canzoni di metallo nobile. Traduzioni che seguono il suono, che piegano l’italiano al senso di comunione, lontano dai pregiudizi, lungo il monito di Majakovskij: «leggete libri di ferro!».

 

avvertenza per i poeti puri: questa è la mia Poesia. Questa è la mia dedica: Ha messo la sua testa il domatore/nella gola del leone/io/ho infilato due dita solamente/ nel gargarozzo dell’Alta Società/Ed essa non ha avuto il tempo/di mordermi/Anzi semplicemente /urlando ha vomitato/un po’ della dorata bile/a cui è tanto affezionata/ Per riuscire in questo giuoco/ utile e divertente/Lavarsi le dita/accuratamente/in una pinta di buon sangue/A ognuno la sua platea [ Jacques Prévert ].

A ognuno la sua platea!

 

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E si ringrazia: Cesare Oddera & Raindogs House, Mirko Servetti e chi.

Sempre: Daniele.

E si croma: a Savona…

Chiara Daino

MUSICISTI? PARLIAMONE…

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For too long now

There were secret in my mind

For too long now

There were things I should have

said

Subito: è troppo il tempo

dei secreti chiusi in cranio.

così tanto tempo dall’ora

era quanto – avrei dovuto

dire

[ Tears Of The Dragon, Bruce Dickinson ]

MUSICISTI? PARLIAMONE…

Musicisti? Parliamone…

VI AMO [ e lo sapete ]. VI ASCOLTO [ senza distinzione di genere ]. VI APPOGGIO [ e ne scrivo ]. Ora è ora di dirvelo: non dimenticate! Non siamo SNORKY e non siamo «tutti amici e perciò felici». Non dimenticate: se è il caso – VI AFFRONTO. E sfodero la lunga lama delle humanea litterae. E la chiave [ di volta e rivolta ] è il termine: HUMANAE. Per scelta non scrivo [ quasi mai ] critiche negative, semplicemente perché il principio per parlare di Musica è lo stesso per parlare di Poesia: non esiste una brutta poesia o una brutta musica. O è Poesia o non lo è. O è Musica o non lo è. Punto.

Premesso questo, la soggettività del singolo scrivente [ io ] non si sdilinquisce, non sciorina complimenti “ad minchiam”, non si schiera dalla parte di chiunque si dica: artista/artigiano/artistoide/artefatto, …

Oggi l’urgenza è: dire basta! Sono stanca: inciampare nel vuoto mi stanca. Sono stanca di chi continua – imperterriti imbecilli – a dirsi, a ribadirsi: migliori. Migliori come musicisti, migliori come baristi, migliori perché? Perché maschi? Per onniscienza infusa direttamente da Priapo? Migliori perché abituati a scambiarsi pacche sulle spalle? Migliori perché il confronto è col compagno di merenda, col vicino di casa, con il ragazzo che ha appena imparato il giro di do?…

Se vi parlo di pagina, di palco, vi parlo con coscienza [ di causa ]. Non basta il talento, non basta la tecnica: ci vuole la tensione del carisma. Non basta credere: bisogna convincere. E molti di voi sono arrivati a credere a tutto quello che dicono, a tutto quello che si raccontano. Senza più: rispetto. Senza più: metro critico. Senza più: coscienza storica.

Un precetto per chi “prosa” è: assomigliare a ciò che si scrive. E allora vi chiedo, voi assomigliate alla vostra musica? Allora vi chiedo: rispetto! Io ho SPOSATO il mio mestiere [ che vi piaccia o meno: è un mestiere ]. Nessuno mi conduce all’altare – né per maritarmi né per immolarmi. Vi chiedo: è un problema il mio corpo di donna? Mi chiedo: perché devo sentire una riga di stronzate? Rispetto, ragazzi, rispetto! La mia sacrosanta gavetta continua. E non si improvvisa. Mai! In nessun campo. E voi tuttologi – tuttofare – tuttochiosare avete mai ipotizzato che il pubblico sia digiuno? Avete mai – anche solo per un mero contatto neuronale – pensato che il pubblico legga di musica? Mai vagamente sfiorati dal dubbio che chi scrive non sia un’adorante automa pronto ad esaltarvi a prescindere? [ Per carità, solo gli autori e gli attori devono ingoiare stroncature, giuste/ingiuste che siano…]. Oh molta massa di musicisti/musicanti/musichieri, magari prima di ridermi in faccia – perché non provate [ almeno ] a rispettare la professione? Perché, tronfi hobbysti del sabbato, questa è una professione: palco e pagina mi procurano la pagnotta! E ha ragione l’inetto che mi disse: «professionista del cazzo!». Anche se avrei preferito: «una cazzo di professionista!». Se si vuole “giocare” con le parole: si deve sapere – è un gioco GRAVE – la tomba si termina a colpi di lingua…

E quali termini/titoli vi firmano? La vostra scelta coraggiosa? La vostra scelta di vita? Se scegliete gli accordi: IMPARATE a scegliere anche le parole quando vi rivolgete a qualcuno che non conoscete! [Your momma told you that you’re not supposed to talk to strangers – e si cita Ozzy]. E quale senso/scopo imprimete ai vostri spartiti?

Se sul palco [ Nota Bene, Rapallo, 12/12/2008 ] canta Fabio Lione e suona Pier Gonella abbiate la decenza – se non la sapienza – di: togliervi il cappello e rendere grazie. E imparare da chi: è. Ed è: grande. Decisamente più grande di voi. Serata cover. E se le cover sono interpretate da Lione/Gonella diventano: originali. Talento e tecnica, professione e personalità. E questo: con l’occhio/orecchio del pubblico. Si aggiunga tutta la stima per quel “saper tenere il palco, saper stare sulle scene” – che tanto anima la mia radice attoriale. Fabio Lione e Pier Gonella NON devono più “dimostrare”. Né io – recensire. Semplicemente: mi inchino. E tributo il giusto. Questo perché chi scrive NON è una musicista. Pur: valenza testuale, presenza scenica e comunicazione – sono sfere a me note.

E non posso tollerare [ non più ] la livella che vuole tutti sullo stesso piano. Lasciate alla Tv di prostituzione l’idea che tutti possano fare tutto. Essere o non essere. E questo – rimane. Lione è. Gonella è. Arte. Punto.

E a capo. Lo dico: e ve lo ripeto, nel caso foste impegnati a farneticare. E ve lo dico con le Parole, le Parole che Operano e rimangono. Le Parole che (in)segnano:

La porta della storia è una Porta Stretta

infilarsi dentro costa una spaventosa fatica

c’è chi rinuncia e dà in giro il culo

e chi non ci rinuncia, ma male, e tiri fuori il cric dal portabagagli,

e chi vuole entrarci a tutti i costi, a gomitate ma con dignità;

ma sono tutti là, davanti a quella Porta.

[ P.P.P.]

Chi passa di là? Al momento chi scrive – passa al di là [ impara più dai miti dei morti mai morti – che dai vivi morti in vita ]. Quello che dovevo/potevo/volevo – vi ho detto. E sono io chi: non vuole più “avere a che fare” con la molta meschina melma. Ho da fare, da fare anima. Essere non è dato semplice. Scrivere non è sterile. E se non sai, non sporcare le parole. E se non sei, non pronuncio il tuo nome nullo. A ognuno il suo [ carretto ]. Ci vediamo a dramma finito, a bocce ferme, tra un paio di secoli, …

Sarà solo la Storia a mettere la parola: FINE!

There is a WORD

Which bears a sword

[ Emily Dickinson ]

Chiara Daino

 Continua su…
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