I DID IT MaY WAY


[intervista Borchiata in Chiave Alfabetica:
Dama Daino conversa con May Manager]





ALCHIMIA E AGENZIA
Operare per promuovere altri. Perché?
Perché personalmente non ho Opere mie da promuovere. Alchimia è parola ‘magica’. L’Alchimie des Ténèbres è il nome che scelsi per fondare l’Agenzia di Management, Booking e Promo Underground in Francia nel 2009, diventata poi L’Alchimie Agency e recentemente I.D.I.A.
Per alcuni anni mi sono esibita: spettacoli di danza e cabaret, puro café théatre. Mi divertivo, ma col tempo mi sono stufata. Essere dall’altra parte del Palco è diverso: meno egotico e meno immediato, ma mi gratifica maggiormente e mi dona soddisfazione, potente e altra.

BRAVURA E BRUTALLARA
Nel Multiverso Metallaro, perché scegliesti di rappresentare gruppi estremi o “di nicchia”?
Non mi piace il termine ‘nicchia’ (che è una sorta di sottobosco nell’Underground). Per me non è sinonimo di qualità e, per la maggior parte delle band, è una trappola: è un termine settario. Io lavoro con – e per – l’Underground.
Lavorare con band conosciute porta soldi facili e notorietà: l’ho fatto spesso per conto di altre agenzie, ma non mi divertivo e non condividevo il modus operandi. Esistono miriadi di bravissime band Underground, nazionali e internazionali, in cerca di serietà e di professionisti specializzati per quanto concerne il Management, la Promozione e il Booking.
La maggior parte di chi suona nell’Underground ha un lavoro alimentare, poca conoscenza dell’ambiente e pochissimo tempo per potersi occupare anche del lato ‘commerciale’. Lavorare con band sconosciute o poco conosciute per diffondere i loro spartiti – è una sfida: richiede passione e abnegazione, tanto lavoro, tanta pazienza, competenza infinita. È un delirio molto stimolante.
Per quanto riguarda invece il perché dell’Xtrem – forse lo prediligo non essendomi mai piaciute le cose tiepide (in ogni ambito)! Battute a parte, ascoltare musica Xtrem mi ha sempre aiutata a pulirmi dalle ‘scorie’ energetiche negative e a canalizzare una certa rabbia, una rabbia certa. Una sorta di catarsi insomma.

CONOSCENZA
I migliori e i peggiori che incontrasti? [Non esigo nomi: soltanto cognomi].
I migliori in assoluto senza alcun dubbio: Gabriel Mafa dei Negura Bunget (rimarrà sempre presente nel mio cuore, anche per la sua dolcezza) e Sakis Tolis dei Rotting Christ (uno dei migliori frontman di sempre, disponibile, comprensivo e dalla mentalità sbrigliata). Per quanto riguarda i peggiori (cercherò di essere delicata e diplomatica): i disonesti e le pseudo ‘rockstar’ (l’arroganza, l’ignoranza e la maleducazione che procedono di pari passo) meritano soltanto uno sdegnato silenzio.
Mi fermo qui. Il resto, nel dettaglio, lo svelerò nel libro che prima o poi pubblicherò.
[Dlìn Dlòn, comunicazione di servizio: si avvisano editori truffaldini che May vanti Daino da guardia; N.d.R.].

DESTINO
Credi a Crono? Un gruppo vale se vince il tempo o ogni tempo ha il suo gruppo?
Più che a Crono credo all’Intelligenza del gruppo meritevole. Un gruppo oggi vale se ha la mentalità adatta per muoversi nell’ambiente, se capisce l’importanza di interagire nel modo giusto con chi ci lavora e se dialoga col pubblico che cambia. Questo fa sì che un gruppo duri nel tempo. Un esempio? I Rotting Christ: hanno saputo farsi amare anche dalle nuove generazioni grazie ad un’evoluzione nello stile (che piaccia o meno ai puristi), costruendo ottime relazioni con gli addetti ai lavori e con il pubblico.
Ovvio che ci siano le meteore sbucate dal nulla (spesso pagando profumatamente chi di dovere), ma durano il tempo di un tuono e finiscono nel dimenticatoio.

ESSERE
Essere o fare? May, è AUT-AUT? «Essere Artista» o «fare l’artista»? Medesima fuffa? Coscienza della stoffa o stessa spocchia? Tutte menate da critico segaiolo? E quelli che si definiscono «artigiani» dello spartito?
Secondo me non si può ‘fare l’Artista’: o lo sei o non lo sei. Puoi fare il musicista, lo scrittore, il pittore ed essere bravissimo, ma non sei automaticamente un Artista. Come non basta ottenere un diploma o un premio, un certificato o una laurea (rimango sul vago) per diventare Artista. Conosco sia musicisti autodidatti che considero Artisti puri, sia musicisti con mille attestati che chiamo “virtuosi dello strumento”: tecnica eccellente, ma passione carismatica? Non pervenuta. Secondo la definizione di Arte, l’Opera deve suscitare: se non lo fa non è Arte. Se non lo sai fare – Artista non puoi essere.


FRANCESE
Misogallo o Vive la France?
Touché! Avendo vissuto più all’estero che in Italia (e la maggior parte della mia vita in Francia), avrei tanto da dire. La prima volta che andai in Francia in vacanza, mi piacque al punto da decidere di trasferirmi. Poi, come succede per ogni Paese (non credo sia possibile amare un Paese al cento per cento vivendoci), una volta insediata – le cose sono un po’ cambiate. Ho vissuto in vari dipartimenti (Aude, Alpes-Maritimes, Indre, Corsica, Sarthe, Parigi, Savoie, Var) e lavorato con la totalità delle regioni francesi. Conosco molto bene il Paese e la sua Cultura (che ormai fa parte di me). Ho avuto difficoltà ad adattarmi a certi posti per la mentalità della gente e per il clima, ma ne ho sùbito adorati altri aspetti. Apprezzo molto l’efficacia del sistema, la semplicità, l’efficacia della burocrazia e l’ampio ventaglio di possibilità lavorative. La mia regione del cuore è senza dubbio l’Occitanie; il dipartimento preferito? L’Aude.
Per rispondere, quindi, alla tua domanda: Vive la France!

GRIND
Corretto trovi il rutto? Il Volgare, per Te, è etimologico o politico?
Per quanto riguarda il rutto – non ci ho mai pensato: direi che di solito mi lascia piuttosto indifferente e non mi fa ridere quando è ostentato ad oltranza. Il Volgare in Letteratura mi piace, nella vita di tutti i giorni invece non ci faccio caso. Posso adattarmi ad ogni circostanza se serve (ho lavorato anche in un’Ambasciata, anni fa, a Roma), però sono a mio agio solamente quando posso essere veramente me stessa. L’Alien che è in me fa fatica a rimanere nei panni stretti e costretti della diplomatica
[Il Merlo raccontò al Corvo quanto fosse nero, N.d.R.].

HEAVY
Chi e cosa, alle generazioni nuove e future, indicheresti come sinonimo di Heavy?
Paradossalmente: è una parola che non mi parla molto. Se dovessi indicare qualcosa e qualcuno alle generazioni presenti e future – sicuramente citerei i soliti Classici gruppi Heavy Metal. Poi? Non so. Heavy? Mi ricorda la Cucina, ma non mi viene in mente un termine culinario calzante… Heavy Cream (panna intera, rire)! Uah uah uah! Accetta la risata come risposta, perché non saprei dirti di più.
[Ringrazio Ronnie James non Le venne in mente cream pie! Heavy e Hard sono imparentati, ma eviterei dover spergiurare a Sua Maestà l’Algoritmo essere entrambe maggiorenni; N.d.R.].



I.D.I.A.
I Did It Again. Come concateni Pop e Metal – nel tuo rinascere Fenice?
Effettivamente il nuovo nome dell’Agenzia era I Did It Again (ora resta soltanto come acronimo). Ispirato dalla celebre canzone di Britney Spears e scelto perché volevo dire proprio quello e proprio questo (l’ho fatto di nuovo) avendo chiuso l’agenzia a luglio e avendola riaperta a novembre dello stesso anno. Fenice Fiera e Testa Testarda.
Non è mai stato (MAI MAI MAI) un segreto, inoltre, che io ascolti vari generi di musica (Metal, Rock, Pop, Gothic, Opera, Musica latina, R′n′B; et cetera). Nasco come ribelle e continuo ad esserlo. Ascoltare Britney Spears o Rihanna lavorando nel Metal è una sorta di ribellione, mi senti ridacchiare?
[Ecchenunceloso? Passai anni a rivendere, prezzi da strozzino, i cd di Biagio Antonacci a oceani di Bassisti True Metal, in epiche e trite crisi sentimentali, perché non osavano acquistarli – firmando patto di riservatezza, perché potessero poeticamente piangere conclusi in saletta. Immagina Tu QUANTO io consideri Ribelli e Trucidari certi Metallari; N.d.R.].

JOKER
«And dont’ forget the joker». Ti senti «La Matta» scartata dal mazzo?
Fin da piccola mi sentivo diversa. Passavo ore a leggere libri di ogni sorta piuttosto che giocare con gli altri bambini che trovavo noiosi. Mi sono creata un mondo parallelo dove mi rifugio ancora quando il mondo vero fa troppo male o mi mette a disagio. È un mondo popolato da vampiri, fate, gnomi, streghe e animali fantastici; chi mi conosce bene e fa parte della mia cerchia intima ne ha sentito parlare spesso – eh eh eh!
Non mi metto negli stampi (di qualsiasi genere essi siano); faccio come voglio, non mi piacciono le mode e rimango scomoda per la coerenza: dico quel che penso, penso quel che dico, faccio sempre quel che ho pensato e perciò l’ho detto e per questo l’ho fatto. Hai capito! Sono un’Anima libera, un Alien con la mente tormentata dal dover vivere in un mondo simile (segue risata, amara)!
Concludendo e rispondendo: più che matta scartata dal mazzo diciamo che mi autoscarto (e di sicuro non sono ‘la Matta’).
[Giusto. Non mischiamo le carte, belin. La Matta son io, gran figlia di Lemmy e nota Biscazziere; forse avrei dovuto chiederti quanto apprezzi le canzoni dei Jumanji – giuro esistano – ma intervista in chiave alfabetica prevede scelta. N.d.R.].

KILLER
«Smiling like a». Kilmister. Perché, secondo Te, nessuno la ruga a Lemmy?
Premetto che non ho mai amato i Motörhead (come neanche gli altri ‘Classici’) e non sono mai stata fan di Lemmy.
[STOP! Premetto, da Professionista, dovrei essere asettica e neutrale, ma NON sono Isvizzera. Rispettando May: mi faccio forza, ricordandomi di non aver scuoiato chi sostenne David Bowie fosse stonato. Posso convivere con chi non ami Motörhead. Posso. Posso? La mia migliore amica è astemia. Belin, posso. Ha messo anche i röck döts, bella May, bella Lei. Onesta. N.d.R.].
Dama, io penso che Lemmy sia ancora così idolatrato per il suo approccio alla vita, i suoi eccessi, la sua comunicazione senza paletti. La gente è sempre meno abituata a confrontarsi con la verità, preferendo non andare contro la ‘corrente’ per evitare gli scontri e le discussioni (che sono molto faticosi, ma secondo me necessari per una comunicazione fluida e senza problemi). Quindi lui è un po’ un antieroe dei tempi moderni, e questo tiene accesa la sua notorietà, sia per chi ha vissuto quegli anni ed aveva il suo stile di vita, sia per chi avrebbe voluto ma non ha mai potuto essere così.

LUSTRO
Un ricordo che ti rende Fiera?
Organizzo raramente i concerti, ma propongo le nostre band ai Locali, alle Associazioni e ai Festival (e questa è una delle varie differenze che distingue I.D.I.A. dalla maggior parte delle agenzie italiane). Una volta i musicisti di una nostra band svizzera persero tutti gli strumenti nell’incendio della loro sala prove. Ci rimasi veramente male anche io, cosi organizzai un Festival di due giorni con varie band e l’aiuto di un’Associazione lionese per aiutarli. Fu un lavoro immane, ma il risultato ripagò.
[Giuro aver inserito inciso precedente senza aver letto! NON sono stata io a bruciare strumenti degli Svizzeri; N.d.R.].

METAL
Ti tocca. Metal è…?
– Salvezza. Come per tanta gente: il Metal è stato la mia ancora di salvezza nei periodi bui.
– Catarsi. Come accennavo prima: il Metal mi ‘pulisce’.
– Alternativa. Al crimine. Ascoltare Metal (mi) calma la rabbia e (mi) impedisce di commettere atti criminosi, eheheheh!
– Una droga. Uno degli antidoti miei: mi permette di sfuggire alla realtà quando è insopportabile e venefica.

NONNISMO
Ai nostri tempi si chiamava così. Incarnare καλοκἀγαθία (‘kalokagathìa’) quante menate ti regalò?
Sinceramente non mi sento proprio così! Non mi sono mai sentita bella, ma ho sempre studiato e lavorato duro per essere brava, questo sì! Ho sempre gettato il Cervello – oltre l’ostacolo. Non il mio corpo. Non mi sento perfetta per niente, anzi! Non saprei neanche dire cosa sia la perfezione. Indi per cui rispondo che questa condizione non mi ha mai regalato menate.

ODINO
[e batti accento dove timpano tuo decide]. Credi in Dio? In Ronnie James? In? Domanda per addetti ai chiodi.
No, non sono mai stata fan. Sono passata dalla New Wave (The Cure, Depeche Mode, etc…) all’Hard Rock (Alice Cooper, Aerosmith, Guns N’ Roses, etc..) e al Metal Indus/Gothic (Rammstein, Marilyn Manson, etc..); poi di conseguenza al Black Symphonic (Cradle of Filth, Dimmu Borgir) e da lì a tutto il resto.
[Senza Dio, ma battezzata dal Reverendo; quant’è curiosa May meravigliosa! N.d.R.].

POLIGLOTTA
Essere poliglotta – fortifica o mortifica?
Uno dei miei punti forti è la comunicazione, quindi mi sono specializzata studiando linguaggi e lingue. Purtroppo mi sono dovuta fermare a 4 (anche se l’Italiano l’ho un po’ perso avendo vissuto buona parte della mia vita all’estero), ma mi sarebbe piaciuto studiarne almeno una quinta; anche se il Sardo vale come quinta e PNL come sesta. Essere poliglotta mi ha permesso di poter vivere facilmente e spostarmi in vari paesi europei, mi ha reso indipendente e atta a lavorare in vari campi in ambito internazionale. Senza dubbio quindi direi che: fortifica.



QUEEN
Regina o pedina? Scacchi o Dama?
Spesso pedina, mio malgrado, in conoscenza di causa e non! Più che Regina son nata Guerriera e mi ci trovo sempre meglio in questo ruolo. Per quanto riguarda i giochi: né Scacchi né Dama! Mettici una risata.
[Tsk! La Tua o la mia? N.d.R.].

RANCORE
Risentimento e riscatto. Li vivi o ci convivi?
Come tutti: a volte vivo il risentimento, ma poi ci lavoro su, lo faccio svanire, giro pagina e vado avanti. Non ho tempo né energie da sprecare con il risentimento. Il riscatto? Boh.

SARDEGNA
Isolani o isolati?
La Sardegna è l’isola natale di mia madre, parte del mio DNA e su coru miu! Ce l’ho nel sangue e mi sento a casa soltanto lì. Se gli Italiani la considerassero Strange Island sarebbe veramente valorizzata e non sfruttata come è adesso. Le sue ricchezze (storia, archeologia, paleontologia, natura, musei, gastronomia, arti tutte) sono più conosciute all’estero che in continente (dove la associano, per lo più, soltanto al mare meraviglioso). Isolati gli Isolani? Sicuramente. Colpa dei prezzi sproporzionati e della scarsità dei trasporti.

TENSIONE
Tu sei una forza di trazione. Masochismo, Fisica o Dedizione?
Masochismo: a volte, sicuramente. Se ci credo: dono e mi dono fino in fondo, anche quando mi faccio male.
Fisica: cerco di tenermi sempre in forma perché amo essere forte e sto bene solo così.
Dedizione: ci vuole, per forza. Quando si ama deve per forza esserci la Dedizione, senza non è Amore (e parlo di Amore in generale, per le persone ma anche per tutte le piccole cose di ogni giorno). Peccato che anche questo sia un valore ormai scomparso…

URGENZA
Cosa ti preme e cosa ti perplime?
Mi premono con urgenza la necessità di comunicare, la verità, l’onestà, la chiarezza, il rispetto – sempre di più! E sempre più mi perplimono la vacuità, la leggerezza, la falsità, la disonestà e la maleducazione crescenti.

VOLONTÀ
«Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli». Alfieri borchiata, ti fai legare alla sedia o credi basti la forza – di volontà? Credi basti in questo immondo asettico e superficiale?
Per avere una forza di volontà ferrea bisogna lavorare sul mentale. Ho iniziato a lavorare sul mio mentale a 11 anni con un maestro di karate – e non ho mai smesso. La mia forza di volontà è una delle qualità che mi rende più fiera, senza alcun dubbio. Quindi non ho bisogno di farmi legare alla sedia; però: no! Non basta la forza di volontà in questo immondo asettico e superficiale, anche perché troppo è quel che non dipende esclusivamente da noi, hélas.

WE [ARE THE METALHEADS]
Credi sia ancora valido il Motto Doro e i Metallari siano compatti? Impatto sociopolitico è ancora presente? Infutura? Sostiene? Le suona?
Manco Doro mi è mai piaciuta! Cascata di risate.
[A breve scoprirò May, in realtà, sia poetessa bucolica in incognito, ingaggiata dai colleghi che insultai affinché ulcera mia diventi perforante e letale: melena e collasso, belin. N.d.R.].
No, anche il Metal ormai è lo specchio di una società molle e senza attributi. Tutti a piagnucolare e nessuno a muoversi per cambiare le cose. E la compattezza manca crudelmente anche nel Metal in Italia (all’estero è ancora abbastanza facile trovare unione e collaborazione), dove tutti sono in competizione con tutti, e fanno a gara a chi ce l’abbia più grosso (l’orologio) invece di unirsi per creare bellezze e dare possibilità a band meritevoli di rilucere.

XXX
The number of the BEAST! Algoritmo puritano Ti creò problemi? Pornografia di bassa lega è accettata, ma è SEMPRE colpa dei Metallari. Non reputi credano Satana sia idiota esibizionista che sia autodenuncia?
Non credo in Dio, non credo a Satana, non sono puritana ma credo ci debbano essere delle regole per quieto vivere nel rispetto. In ogni società sembra debba esserci per forza un capro espiatorio; colpa dei Metallari? Ultimamente? Non saprei… Bisognerebbe anche smetterla di abbinare il Metal a Satana e a tutte quelle decorazioni cliché che rendono ridicolo lo spartito borchiato. Ormai anche la maggior parte dei gruppi Black Metal (per fortuna) intona argomenti molto più interessanti. E spesso la realtà di ogni giorno è ben più terrificante di Satana e facce pittate. Comunque: le peggio schifezze e abominazioni le ho viste negli ambienti Rock e Gothic.
[E me lo scrivi così? Perché non mi aggiorni? Burzum, ora, scrive canzoni per celebrare Gödel mentre Bon Jovi scuoia cuccioli di foche nane in Antartide con Tilo Wolff per essiccarle, sbrinzarle e condire i fusilli al peyote di Steven Tyler? Belin, è tanto che non vedo Tiranti, ma spero non voglia scuoiarmi per pulire parabrezza. N.d.R.].

Y.M.C.A
Pare il Metal sostenga e fomenti discriminazioni. Zio Halford se la ride; la tua esperienza cosa favella?
Non ho mai visto o sentito pregiudizi del genere nel Metal (anzi!) quindi non saprei dirti…

ZIGGY
Sii Bruja! Chi potrà – oggi – immortalarsi quanto il Duca?
Nessuno! Il vero problema non è la mancanza di Artisti o di band Metal, ma la mancanza di nuovo pubblico attivo e reattivo (cercate e sostenete le band Underground, non sempre i soliti Quattro grossi nomi!). A breve ci estingueremo e non ci sarà altro che trap e monnezza varia!
[Mi garba oltremodo questa chiusa, carica di speranza e fiducia filantropica. N.d.R.]

L’Architettura della Colpa

Esistono luoghi particolari dove le diverse forme d’arte, i differenti linguaggi e le specifiche modalità operative sembrano trovare una misteriosa ma necessaria congiunzione nel segno della contiguità e della complementarietà. 

È il caso di questo piccolo libro “sacro” dove ciascuna delle due autrici, ognuna per la propria parte e con il proprio modo personale di attraversare territori immaginari, propone un unico racconto fatto di segni minimalisti, di simboli, di parole e di frasi folgoranti ed evocative.

Se il genere dell’illustrazione della letteratura ha precedenti notevoli, ma che quasi sempre restano in subordine rispetto al testo, qui viene compiuto e realizzato un lavoro in perfetta sinergia: un’unica opera dove il visivo, fatto di immagini iconiche e calligrafiche, si sovrappone e si compenetra con il testo, evocativo a sua volta di immagini.

Un’unica opera dove gli ex voto, le icone, i segni, i graffi di Ginevra Ballati catturano il nostro sguardo e lo imprigionano attraverso delicate, evocative, astratte, sensibili, misurate immagini, mentre le parole, le frasi, le imprecazioni, i dolori di Chiara Daino si rincorrono, si richiamano, cadono (si rialzano), ci vengono incontro, giocano con il lettore e la lettrice catturando la nostra mente. 

E così si compie un fantastico processo alchemico il cui risultato è Dea Culpa.

Godetene tutti!

Pietro Millefiore

Genova, 13 dicembre 2023

Dea Culpa [Breviario per l’Anima stanca]; di Ginevra Ballati e Chiara Daino; prefazione di Andrea Magno; postfazione di Marco Ercolani; Ursamaior Edizioni; 2023.
https://www.amazon.it/dp/B0CLL1RL5K/

La Nonna e il Macellaio [cotenna di Dea Culpa]

«Nonna, io amo il pirisciutto. Ho tre anni tre e nessuno mi risponde. Ho tre anni tre come i porcellini della storia, ma perché i grandi non hanno tempo per la mia domanda? Come finisce la storia? Dopo: che fine fa il lupo? E i porcellini, nella casa di mattoni, erano felici o litigarono? E il mio prosciutto, si dice così? Da dove viene? Da un porcellino che meritava di morire? Io ho sempre fame, ma non so se ucciderei un porcellino, ecco».



«Trottolino mio, è per questo che il BUON DIO ha inventato i Macellai. È forse colpa tua la decisione di un Dio onnipotente e onnisciente?».

«Non so, spero di no».

«Ecco. Te lo dico io e io non mento».

«E le guerre? Perché lo stesso Dio che ha inventato il Macellaio ha inventato anche le bombe?».

«Trottolino, il BUON DIO ha inventato il Macellaio, ma le bombe e le guerre sono invenzioni dell’essere umano e del libero arbitrio. Potrai capire Dio, ma sei troppo intelligente e troppo sensibile per capire a quali barbarie giunga la gente».

[Addentai il mio panino col pirisciutto, chiedendo più Macellai per tutti e meno Supereroi da fumetti].




https://www.amazon.it/dp/B0CLL1RL5K/

Viola Amarelli: L’indifferenziata e il Gran Rifiuto

«ATTENZIONE! Questa non è una recensione! Ripeto: questa NON è una recensione!»

Mantenete la posizione e prestate orecchio [clinico e cinico] al Coro che Opera: L’Indifferenziata rifiuta e riforma, riformula il fiato e rifila la rumenta che ci accorpa e ci accoppa. Ricordate il detto? «Si legge bene sol quel è scritto meglio»; ecco: un Libro che si legge cantando [e sùbito mi scuso per l’uso delle Maiuscole che Viola Amarelli evita per un preciso potente pareggiare, non solo i conti – ma soprattutto i margini, in questa vita *a bandiera*].

   Cantando, si principiava; cantando sì – perché Viola Amarelli è Librettista e Direttrice della Matematica che Orchestra il verso/vertice di una Parabola: liturgia e letania del puntozero, vangelo del Metro-politano; Metro-poliziano.

In principio fu il Titolo e il sorriso infantile di chi dileggia perfino Eugenio e Alberto: Montale e Moravia [tra Indifferenti e indifferenza] certo riecheggiano nel timpano logoro del letterato, ma la memoria ghiottona d’una bimba belina – *presentì* i Gem Boy e il loro album Internettezza urbana; preconizzando codice binario che regola il Volume [lei prende i pensieri, li spezzetta, li raggela/e poi li e-dita; computer quantistici; il robot, pokemon, segnale, non c’è recettore/stiamo crittografando per voi; …]    


*

il mondo, un codice binario

*

Algoritmi dell’animaccia meccanica quotidiana, archeoanfibologia in mistica melodica metafora, lontana dai poeti *struzzi*, Amarelli rima con Rosselli – per la Serie Ospedaliera: arterie bloccate [*ci scusiamo per il disagio*] in un mondo all’ingrosso che gronda grasso in un pianeta ammalato destinato al collasso; globo affamato tra tende di tettoie [che fine ha fatto il cibo].

Viola Cantore sull’orlo di un precipizio ci invita adesso a giocare [Bist Du Bei Mir] tra traumi e tautogrammi: polifonica parata di piranha pialla – fratture reali; pericarpi e peristalsi; bulimia e catalisi di un’anabasi che spolmona anche quando muta [l’atroce, la chiamano vita/quest’afona voce].

Lo Sparito incalza, infilza in cranio il vessillo del carname provato; carcame mammifero che s’accorda ancorché scordato, immemore del tempo: i verbi all’infinito sono dispotica certezza per la razza/non schiatta, schiattiglia – diluita come orrida birra annacquata. Ritma, tuttavia, poderosa la speranza guerriera – tra consapevolezza e rassegnazione – in forte spirito animale, quando tutto ci sbrana: il mulo paziente pensa alla napoletana e pianissimo passa/pianissimo lascia. La scia è fine di lucertola [la coda ricresce, il neurone si strozza]; in un bestiario triste [no, nessuna fenice], ma consolatorio: nella mostra *canina* ch’azzanna ch’azzarda ch’azzera – restano la balena, il drago, il sauro, il daino [zompetto e paupulo] contro ogni tradimento giacché forse l’unico Mulino che possiamo ancora combattere è quello Bianco.


Signora dei serpenti, Matre matrice – L’Indifferenziata è Multiverso gravido: discolpando il Capro, ripartendo da Capo, scrollando la polvere di quest’acaro nudo che chiamiamo Uomo.  

«l’elenco anodino della spesa con riportate tutte le indicazioni

ed etichettature, rimodulate in forma clamans sottotensiva e

asindetica, in tono abstract for call papers, si sottopone a

peer review, della serie infinita leggetevelo voi e gli intimi

nemici»

L’indifferenziata di Viola Amarelli; Seri Editore; Le piume; 2020

OGGI CHE PROSO QUESTI VERSI

Pietra nera sopra una pietra bianca

Morirò a Parigi durante un acquazzone,
un giorno di cui ho già il ricordo.
Morirò a Parigi – e non mi vergogno –
forse un giovedì, come oggi, d’autunno.

Giovedì sarà, perchè oggi, giovedì, che proso
questi versi, gli omeri ho indossato
alla buona e, mai come oggi, son tornato,
con tutta la mia strada, a vedermi solo.

César Vallejo è morto, lo picchiavano
tutti senza che lui facesse loro nulla;
gliele davano sode con un bastone e sode

anche con una corda; son testimoni
i giorni giovedì e le ossa omeri,
la solitudine, la pioggia, le strade…

[C.V.]

*Non piangere: non è il tuo destino, se non pretendi [anche tu!] di scrivere.

Si è meno soli quando bastano i corpi: la carne, la crosta, la camera…

I colleghi – che uno scrittore non ha*


[C.D.]

http://totanisognanti.blogspot.it/2013/04/siamo-soli-moriro-parigi-di-chiara.html

E Dama

ringrazia – ritorna – rimanda

[*TUTTO A DOMANI*]

BALLO PER DAMA [di Vicky Rubini]

… And suddenly know the reason I’m here
I’m here for a smile on a young honest face
a smile I will borrow
a smile I will keep
for the night I’ll row

into the black darkest deep

[Enrico Gaibazzi]

 

BALLO PER DAMA
[Testo, Voce, Musiche – di Vicky Rubini.
E Shiva danza e Dama ringrazia]

Ti ho conosciuta per caso e poesia
giri di vite, compagni di via…
Ti ho conosciuta dall’altro capo del mondo,
borchie e metallo sono scudo
di un cuore profondo.

Ho letto i Tuoi libri, ho letto le Tue poesie
e quanto vorrei vi assomigliassero le mie:
sei la Resistenza dell’Arte italiana
non succhi scorciatoie, non giochi alla puttana!

Dama, la scacchiera è pronta
muovi il Tuo cavallo e lascia la Tua impronta
su di noi, Dama, Tu che puoi
brilla la Tua stella tra quella degli eroi.

E se un giorno Ti manca il coraggio
sta arrivando un paesaggio migliore,
se conti le ore, se conti quanto resta
stacca l’orologio, Dama, alza la testa!

Tempo tiranno, tempo cattivo
tempo se soffro so almeno che vivo
e se Ti accorgi di avere paura
di tutte le minchie la vita è più dura!

[Ritornello]

***
E se un giorno Ti chiedi perché…

Chi Ti vuol bene è sempre con Te

BOOKTRAILER [L’ERETISTA]

 

Ideato e creato dall’Artista Degen Barden
per l’Eretista [Sigismundus Editrice, 2011]: ecce Booktrailer!
E Dama ringrazia.

4/4 + 1. LETTURE IN GALLERIA

 

Domenica 29 Maggio 2011, ore 18.00
Costantino Piazza Arte Contemporanea

Via Vittorio Emanuele II, 84 – Albinea (Reggio Emilia)

Enzo Campi & Mariangela Guatteri presentano

 

4/4+1. letture in galleria

letture di

 

Vincenzo Bagnoli : DEEP SKY  (d’if, 2007) + da testi inediti

Patrizia Dughero : LE STANZE DEL SALE (Le Voci della Luna, 2010)

Jacopo Ninni con Agnese Leo : DIECIDITA (Smasher, 2011)

Special Guest

Chiara Daino: legge Ho visto lingue di Enzo Campi

 

in apertura e chiusura videoproiezioni di Enzo Campi e Mariangela Guatteri

in galleria sono presenti opere fotografiche e installazioni di Mariangela Guatteri esposte nell’ambito di Fotografia Europea 2011

 

DE PULCHRITUDINE

Ricevo e rimando, con preghiera di diffusione:

Associazione artistico culturale

MAGAU

sede in Cuneo, c.so Nizza 16

 

PROGETTO DI MOSTRA ed EVENTI

realizzati nelle città di

CUNEO – FOSSANO – SAVIGLIANO

DE PULCHRITUDINE
Ovvero la Bellezza ritrovata/svelata,
un progetto di Alessandro Abrate

Il progetto ‘DE PULCHRITUDINE’ si viene a collocare nel quadro più vasto delle iniziative dell’associazione culturale MAGAU ed è finalizzato a far conoscere e valorizzare la produzione artistica contemporanea, inserita e colloquiante in/con spazi storici di forte carattere (e bellezza), così da poter rivisitare luoghi antichi di singolare impatto emozionale attraverso l’analisi specifica di un tema. I luoghi scelti: il Castello degli Acaja in Fossano, il Museo Olmo-Gipsoteca Calandra in Savigliano, gli spazi di Palazzo Samone  in Cuneo, differenti per scopi e funzioni in epoche passate, oggi possono ospitare espressioni, video, dissertazioni, installazioni, opere e performances contemporanee che, se da un lato rievocano antichi concetti e funzioni, dall’altro bene si adattano per accogliere nuove realtà, argomenti e temi attuali attraverso mezzi,tecniche e simboli d’oggi. L’obiettivo è quello di ampliare/divulgare la conoscenza della produzione artistica, letteraria, musicale e performativa contemporanea alla luce di un patrimonio storico già in essere (confronto, colloquio, contrappunto, ma anche contrasto). La Bellezza, termine oggi abusato, distorto, svilito, interpretato in troppi differenti modi; la Bellezza pubblicizzata, mercificata,, deificata. Oggi, davanti a tanta Bellezza esibita ne va, forse, ritrovato il ‘senso’. L’espressione di vari autori ed artisti che, da differenti angolazioni, l’hanno scelta come tema può essere un tentativo di rilettura del termine: perché, se è vero che “la Bellezza salverà il mondo” (F. Dostoevskij) è pur vero che sta all’uomo contemporaneo favorirne il non facile processo di salvezza.

ISTITUZIONI COINVOLTE, Patrocinio: Regione Piemonte; Provincia di Cuneo; Comune di Cuneo; Comune di Savigliano; Comune di Fossano, ATL Cuneo, Dipartimento scuola – educazione del Castello di Rivoli, Fondazione Peano, Alliance Française. Con il sostegno di: CRC Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo; Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano; Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano; Provincia di Cuneo; CSV Società Solidale, fondi propri. COLLABORAZIONI, courtesy: Brozzetti antichità, Cherasco; Brancaccio antichità, Saluzzo. PROPONENTE: MAGAU, associazione culturale sede in Cuneo, corso Nizza 16.  

LA MOSTRA

CUNEO: Spazi espositivi di Palazzo Samone

Patrocinio del Comune di Cuneo, Assessorato Cultura

Dal 4 al 14 novembre 2010 

a cura di Alessandro Abrate,
con la collaborazione di Enrico Perotto.
Allestimento: Cristina Bollano, Paolo Peano
La mostra è dedicata a Francesco Lodola

Inaugurazione della mostra
giovedì 4 novembre 2010 ore 17,00

autori invitati alla progettazione: Grazia Aleotti, Luisa Bagnasco, Cesare Botto, Marco Brillante, Daniela Cassano, Mario Conte, Ornella Cordara, Umberto Costamagna, Giovanni Di Ceglie, Marina Falco, Giulio Fantone, Gloria Fava, Rebecca Forster, Moira Franco, Paolo Garau, Titti Garelli, Emanuela Genesio, Dario Ghibaudo, Danila Ghigliano, Adriana Giorgis, Emanule Greco, Daniele Guolo, Marco Magrini, Plinio Martelli, Elena Monaco, Giulio Mosca, Anita Olivetti, Jacques Paris, Francesco Rinaldi, Silvio Rosso, Valeria Vaccaro, Viola Virdis

 
In mostra sarà presente il bozzetto vincitore della quattordicesima edizione del Concorso Internazionale ‘SCULTURA DA VIVERE’ della FONDAZIONE PEANO, Cuneo, che quest’anno ha per tema‘IL GUSTO E LO STILE’
Inoltre verrà realizzata un’opera pittorico-plastica (in stile laboratorio Castello di  Rivoli ) con il coinvolgimento degli alunni della Scuola Primaria Nuto Revelli di Viale degli Angeli, Cuneo (uso di materiali plastici forniti dalla Ditta Petalo del Sig. Dentis) Riferimento a Tony Cragg.
Più specificamente: realizzazione “fiore bello – la rose” con riferimento – citazione da “Le Petit Prince”e a  tavole illustrative di “Per te” [libro Gallucci e canzone  -da CD- Jovanotti). A cura di Sonia Barale
Evocazioni, parole, gesti: libera performance a cura di M.me Manuela Vico e M.me Simona Olivieri dell’Alliance Française

OBIETTIVO: Il progetto si sviluppa a partire da alcune indicazioni scelte per offrire spunti da approfondire che permettono confronti e parallelismi tra varie forme dell’espressione artistica, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video, dalla musica all’installazione alla performance (interventi estetici e tematici in ambiti territoriali e cronologici complementari); nella mostra, a questa ricerca, viene data visibilità anche attraverso la scelta di alcuni materiali iconografici antichi (alcuni reali, altri presentati in video) colloquianti con le opere contemporanee, il tutto elaborato sulla felice linea del contrappunto e della interdisciplinarietà. A fianco di strumenti d’archiviazione tradizionale sono scelti quelli propri dell’approccio estetico/artistico/sensoriale, mirati a coinvolgere, in chiave di forte contemporaneità, i fruitori.

LO SPETTACOLO (evento di rimando alla mostra)
SAVIGLIANO: MUSEO OLMO – GIPSOTCA CALANDRA
Patrocinio del Comune di Savigliano, Assessorato Cultura
Domenica 7 novembre ore 17,30
La danza, la voce e la musica per esprimere la Bellezza.

Una spettacolo della durata di ca. un’ora affidato a danzatrici/danzatori, a concertisti e ad un’attrice che offrono al pubblico, con suoni, parole e gesti, una singolare interpretazione del tema. Da un’idea e con il coordinamento di Piero Ponzo, con Piero Ponzo, Marco Vacchetti, Valentina Taricco, Marlen Pizzo e altri

L’INCONTRO SUL TEMA (evento di rimando alla mostra)

FOSSANO: CASTELLO DEGLI ACAJA
Patrocinio del Comune di Fossano, Assessorato Cultura

Giovedì 11 novembre ore 18,00

Interventi di:

Alessandro Abrate, perché una mostra sulla Bellezza;  Walter Canavesio, Chiara Daino, quanto pesa la Bellezza?; Anna Lia Fia, Enrico Perotto, le opere presentate in mostra a palazzo Samone; Anna Pironti, Sonia Barale, Educare alla bellezza nel contemporaneo;  Sonia Masoero, erotismo e bellezza; Maria Silvia Caffari, Epifanie, il teatro nella bellezza. Andrea Dutto: i canoni della bellezza in Le Corbusier e nell’architettura in genere.
Simona Olivieri: letture  poetiche

Info: Associazione artistico culturale MAGAU, Cuneo, c.so Nizza 16

alessandro.abrate@libero.it

POESIATOTALE [I’M ON PAROLE]

Il mare aveva preso un tono dal taglio fresco del FERRO, non soltanto colore, ma condizione formata in un atto, cambiamento, novità e paesaggio; e durezza, alla vista, pure pronta a trasformarsi [Raffaello Brignetti]

poesiatotale!

a cura di Nanni Balestrini, Sara Davidovics, Tommaso Ottonieri

ESC via dei Volsci 20 dicembre 2009

una produzione Critical Book & Wine ed ESCargot 

Se l’impulso a uscire dai confini del proprio territorio è un carattere accertato delle varie arti, l’arte della parola ne rimane coinvolta a un livello più profondo e definitivo, in quanto tenta una metamorfosi così radicale, che è la natura stessa dell’immaginazione a esser messa in discussione. La nuova poesia prende l’avvio, nel suo processo di formazione, dai linguaggi tipici di altre arti, in particolare delle arti plastiche, per farsi “oggetto” che rifiuta la lettura: la lingua non è più infatti un codice per comunicare, ma una materia cui bisogna dar vita. Poesia totale, essa sembra offrire oggi al lettore non un prodotto definitivo, da accettare o subire nella sua chiusa perfezione, ma gli strumenti stessi della creazione poetica, nella loro strutturale rimaneggiabilità. Qualsiasi posizione assuma nei confronti dei propri strumenti espressivi, il poeta oggi parte dalla convinzione che le vecchie strutture sintattiche e grammaticali non sono più adeguate al pensiero e la comunicazione del nostro tempo. E questo atteggiamento è strettamente dipendente dall’interesse per il materiale fisico con il quale il testo viene costruito. Una letteratura visuale e pubblica non può che basarsi su un tipo di comunicazione globale e “aperta”.          

                     Adriano Spatola, da Verso la poesia totale

 

 

Ore 18.00
Vincenzo Ostuni
Marilena Lenda
Ivan Schiavone
Gaja Gubbini
Letizia Leone
Bruno Galluccio
Cetta Petrollo
Marco Palladini
Veronica Raimo
Carlo Bordini
Lidia Riviello
Bianca Maria Frabotta

Ore 19.30
Poesia in video:
Baruchello, Costa, Fontana, Porta, Rosselli, Spatola, Vicinelli, …

Ore 20.00
Gabriele Frasca
Gilda Policastro
Mario Lunetta
Nina Maroccolo
Michele Fianco
Laura Cingolani
Beppe Sebaste
Antonio Amendola
Maria Grazia Calandrone
Alexandra Petrova
Franco Buffoni
Antonella Anedda
Jolanda Insana

Ore 21.30
Canio Lo Guercio: Passione e altre canzoni sussurrate

Ore 22.00
Nanni Balestrini
Rosaria Lo Russo
Giorgio Falco
Silvio Talamo
Sara Ventroni
Sara Davidovics [con Emiliano Majorani]
Marco Simonelli
Luca Tedesco
Chiara Daino
Jonida Prifti [progetto Acchiappashpirt – suoni S.D.T.]
Tommaso Biga
Tommaso Ottonieri [con Andrea Noce e Manuel Cascone]

+ POETRY BOX
nella saletta in fondo all’Esc
con contributi gettonabili

I’m back on the streets again,
I’m back on my feet again,
I’m On Parole, On Parole

I’m raising my sights again,
I’m claiming my rights again,
I’m On Parole, On Parole

[Motörhead]